12/09/08

Cavoli a merenda

Per una volta sono permeato dalla sicurezza che come me in molti si saranno un po' imbarazzati a cercare di capire cosa volessero evidenziare della bontà del prodotto in questo spot. In teoria è tutto dumb proof, pasticca tricolore che tendenzialmente associerei più ai colori della bandiera americana che a quella francese, vistosi diamanti pieni di scintille che occupano intere sezioni del teleschermo, eserciti di piatti puri come cocaina in rigorosa sequenza geometrica, un tripudio di ordine e pulizia. Ma prima che i titoli de La Settimana Incom appaiano in coda, mi risveglio, e mi rendo conto di quanto questo spot parli dell'acquirente selezionato. Grazie a H.R. Giger e a Ridley Scott, ogni volta che sento la parola perfezione visualizzo il cucciolo di Alien dal quale gocciola un acido capace di perforare metri di astronave senza alcuna difficoltà. Purtroppo, prima di poter vedere Sigourney Weaver sponsorizzare un detersivo, ricreata con lo stesso viso del '79 grazie a qualche diavoleria della Image Metrics, bisognerà continuare a scontare una lunga ingerenza del gap generazionale tra i veri big dell'acquisto di detergenti e i futuri Allienofili. La perfezione, il diamante e l'incredibilmente inutile trasparenza del contenitore in acetato si arpionano con sicurezza alle categorie di una generazione viva ancora per poco. Frutta di cera come soprammobile, infiniti album fotografici, repressione in famiglia, tradizioni fai-da-te e orologi a pendolo del nonno pieni di tarli, nelle sfaccettature della pietra preziosa ricreata al computer si riflette l'inutile ambizione al benessere di chi il benessere lo ha già e cerca istericamente nuove impressioni di status symbol (dato che i veri rimedi alla noia non sono beni commerciabili).

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