Il principio di qualità versus quantità viene messo subito in crisi dalla scena di apertura, in cui la povera bestia antropomorfa di turno si ritrova a camminare in un paesaggio alimentare. Lontano dagli stenti che affliggono i suoi parenti reali, il benestante cugino di città ha avuto modo di imborghesirsi con piccoli abitini ben realizzati e che mostrano una grana di tessuto compatibile con il suo status di omino in miniatura. Dai laboratori di vivisezione all'advertising, ancora una volta i roditori indifesi fanno da avanguardia per i nostri bisogni, addestrati, seppur virtualmente, ad aprire e chiudere la bocca su indicazione dell'addestratore per venir doppiati da un copione dalla cadenza dialettale tanto inevitabile quanto deleteria. L'autocompiacimento del topolino che vede la provenienza geografica come tratto distintivo della bontà del prodotto, traslata all'intero paesaggio in pieno stile Sturm und Drang, unita al ronzìo di ventole adibite al raffreddamento di processori in computer che stanno elaborando le immagini che vediamo a video, coperte da un Voci di Primavera di Johann Strauß rubacchiato al repertorio austriaco. La giovialità del paesello e le toniche del suo paesaggio sonoro, la parlata rassicurante del popolano, estratte come un organo interno dalla nostra memoria ancora viva per vedere di sortire qualche efficacia commerciale, così meticolosamente rappresentate, il buio della sala di doppiaggio dove l'attore confeziona anelli proiettandosi nei movimenti di un burattino sputato fuori da un incubo di Lewis Carrol, la stagionatura del prodotto in locali derattizzati ecologicamente con trappole munite di materiale adescante e relativa comparto tombale invaso da una sostanza antiputrefazione. Centinaia di piccole creature gridano vendetta mentre arroto distrattamente sulla grattugia un blocchetto di formaggio, sospinto all'acquisto dal tono immaginifico dello spot, dalla risata del bambino che apprezza, dai colori caldi e dall'alta definizione, un Esopo deforme scuote sconsolatamente la testa nelle profondità dell'Ade.
27/11/08
La favola s'incaglia
Pubblicato da
tvsintegro
alle
12:49
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