01/12/08

La neve leggera uccide

Come avvoltoi che si avventano sulla carcassa, il Babbo Natale fittizio di Coca Cola e la temporanea icona di Sky si sfidano in una guerra tra poveri di spirito per accaparrarsi i clienti, ma attenzione, questa è solo la superficie dello spot perché quando ci auguriamo reciprocamente "Buona Pasqua" per evitare il troppo scontato "Buon Natale", nauesati noi stessi dalla sbornia mediatica e in cerca di qualche facile scorciatoia comica, diamo vita al nuovo sospettissimo Normalman Pasquale, tanto finto che qualcosa di vero deve pur dirlo, per forza. Questo non è un american dream, ma un italian dream; nel testo del brano di Nat King Cole scelto come colonna sonora si parla proprio del nostro paese con quel misto sufficienza e ammirazione da presepio che gli States ci riservano, considerandoci, probabilmente, una colonia particolarmente ricca di buon cibo, ottimo vino, e belle donne. Il paternalismo post bellico ci viene fuori dalle orecchie. La scenografia di città innevate, nelle quali le ambulanze si ritrovano costrette a procedere a passo d'uomo, moltiplicando le sofferenze di chi attende soccorso, è la stessa tetra realtà che surgela il clochard che giovani ragazzini hanno cercato di scaldare cospargendolo di benzina e dandogli fuoco, per sadismo, o forse per un distorto senso di beneficenza, non si potrà dire finché non verranno rivoltati come guanti per scoprire quale cibo mentale ha deteriorato i loro organismi in fase evolutiva. Con l'abilità del venditore che apparentemente si sottovaluta, Sky decide di rendere il potenziale cliente il vero dispensatore di regalie, dando un facile bersaglio a chi prevedibilmente si rifiuterà di identificarsi con la versione partenopea di Woody Allen, facilitandogli il compito di valutare con più leggerezza l'offerta vera e propria, facendolo sentire più intelligente istituendo una contrapposizione fittizia tra soggetti slegati tra loro. La festività natalizia scaturisce fisiologicamente dentro di noi come un riflesso condizionato, un conato che cerca di salvaguardarci da un corpo estraneo indigeribile, il passo affrettato del consumatore è sospinto da un sottile senso di colpa verso il prodotto del momento, al centro grandi ustionati una vita si è salvata e porterà per sempre le cicatrici del vuoto spirituale altrui.

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