11/06/08

Il giorno del Giaguaro

Osservo questo spot, vengo abbacinato dalla grafica, e ho istantaneamente voglia di possedere anch'io una Jaguar XF. Poi mi riguardo meglio il tutto, e subodoro che c'è qualcosa che non quadra. A parte la ragazza con la quale dividerò qualche inesperto passo di tango con una faccia un po' di circostanza, non c'è anima viva in questo mondo grigiastro. Posso sfrecciare con il mio carroarmato a prova di povertà su strade collinari tinta cromo, e stare a guardare ipnotizzato il felino frontalino della mia auto fino ad averne effetti lisergici, ma mi chiedo se lungo la strada troverò mai un kebabbaro, e spingo sull'acceleratore con espressione preoccupata. Il brano seventies in sottofondo è l'unica canzone trasmessa da una radio in un distributore senza benzina, il sole non perdona e io e la mia compagna ci rendiamo conto di essere gli ultimi uomini rimasti sulla Terra. Forse sarebbe stato meglio accettare la centralità dell'uomo rispetto all'automezzo, con la mia Punto da 150.000 km, in fondo, ho fatto tante cose. Con la jaguar XF potrei soltanto vagare in un deserto postatomico cercando di sfuggire alla contaminazione finché ho un po' di petrolio nel serbatoio. Se almeno avessi potuto rivendere questo pezzo di ottima ferraglia in cambio di qualche tanica d'acqua. Il diario dei sopravviventi viene scritto nel presente ogni volta che il feticcio l'ha vinta. L'ultima sgasata, l'ultimo tornante che prenderò dritto per finire in gloria e sul rullo di tamburo, vivi forte e lascia un bel cadavere.

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