10/06/08

Il modo migliore di ammazzare

L'Omino Michelin è sempre stato, per me, un paradosso. Al nero infernale che giustamente ci si aspetta al minimo contatto con un copertone, questa mascotte oppone un biancore surreale. E così, mentre le vostre ruote rischiano di investire bogoni, rane e ricci malaccorti che attraversano pericolosamente la carreggiata, l'Omino si adopera pedagogicamente per insegnare alle giovani leve come disegnare le ruote di un'automobile stilizzata. Forse incarna proprio tutte le anime dei piccoli mammiferi uccisi sulle strade ed è suo supplizio eterno quello di apparire fantasmaticamente nelle nostre case a perorare con dolcezza inquietante la causa della civiltà della ruota. Non c'è dubbio che se fosse apparso a me, con quegli occhioni da manga, l'avrei trafitto con la sua stessa penna, e avrei osservato un turbine di spiriti animali riunirsi all'Atma, mentre lui periva con scoppiettii imbarazzanti da petofono carnevalizio. Purtroppo, invece, questo oscuro personaggio realizza le infantili ambizioni automobilistiche e con un tocco di mano trasforma l'innocuo disegno del bambino in una vera utilitaria abilitata a falcidiare rospi, topi e lombrichi attardatisi sul manto stradale, mentre nell'autoradio canta l'ultimo successo di un clone di Robbie Williams. È triste che le mascotte abbiano queste responsabilità, ma è molto pratico potersi accanire direttamente contro un'unica icona che sintetizza l'immagine di un'azienda dall'organigramma troppo complesso per individuare veri responsabili e bombardarli di email che propongono l'acquisto di Grazielle o caricature dell'uomo Michelin formato da wurstel mentre sfrigola su un barbecue estivo.

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