27/10/08

Un tutù agli scudi umani

Dal concepimento alla maternità l'acquirente potenziale di questo prodotto paga il dazio di un'intera vita per poter accedere con passo incerto allo sfavillante territorio del valore aggiunto che sembra addirittura mimare il nome di un luogo geografico: Calzedonia. Mai come in questo caso vale la teoria che il prodotto sia un gadget, e il vero acquisto operato è quello di un ruolo, per quanto illusorio, in una cornice narrativa allettante e che invece dovrebbe far riflettere in ogni sua manifestazione, dato che è la pericolosa manifestazione di un impulso sonar che sta scandagliando gli oscuri fondali del nostro incoscio. Quanto più è vivida e colorata la rappresentazione, tanto più affascinerà chi è ben disposto a lasciarsi liquefare dal potere disgregante delle categorie omnicomprensive che attanagliano già di fatto la società: una buona nascita, una vita sportiva e di sana socializzazione, pubertà, adolescenza, maturità, riproduzione e (manca solo l'ultimo stadio) opportuna sepoltura. Il personaggio diventa un po' più tridimensionale per un tic che ce lo fa riconoscere, pure nella velocità di questo fast forward, nel corso di tutta la vita. Ed è tutta una vita che ha fallito miseramente nel momento in cui per riconoscerci in questi ideali acquistiamo un prodotto. Sarebbe stato altamente più preferibile il set fotografico di una pornostar, che almeno non avrebbe cercato di contrabbandare valori morali per spingere all'acquisto di un bene ornamentale. Il prezzo è un intero vissuto preso come il dono migliore e sacrificato in nome di un'entità astratta che non è presente né nell'emittente del messaggio, né nel ricevente, ma solo nel territorio sospeso dell'illusione. Come la musica suadente che pervade lo spot, l'illusione pubblicitaria è la colonna sonora che accompagna la biosfera umana nel suo lento declino, rassicurandola con un sottofondo nostalgico da un lato e impartendole direttive in rapida e nevrotica successione dall'altro, per non lasciar vivere in noi l'illusione che esista più di un modo per vivere decentemente una vita, e per materiarsi in un prodotto che a tutti i costi vuole convincerci di essere il lasciapassare per prendere le distanze da una improduttiva libertà di pensiero che ci ha soltanto condotto all'insuccesso e ad una mancata realizzazione, per il valore che queste parole hanno in un mondo in cui non c'è limite al materialismo e all'autorappresentazione.

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