06/11/08

Onan

Sarebbe stato troppo chiedere a Land Rover di prendere le distanze da un superomismo da psicologia evolutiva abusato in ogni settore tecnologico per uscire dalla stantìa e prevedibile catena di valori comunemente associabili alla bella e autocompiaciuta sensazione che il target di questo spot cerca nel tenersi molti cavalli sotto al cofano e pochi attributi dentro al cavallo dei pantaloni. Land Rover, con un nome da videogiochi, propone una solidità dei concetti e una profondità del messaggio pari ad un qualsiasi film che ha per protagonista Vin Diesel, testimonial che non può spendersi in campo automobilistico in quanto al carburante suo omonimo non è attribuibile un numero di ottani bastevole a esprimere la violenza gratuita e la filosofia bidimensionale dei personaggi che interpreta. Varie icone dal sapore hollywoodiano fanno la comparsa in campi in cui il possesso di un mezzo di trasporto a quattro ruote pittosto che un altro non fa assolutamente la differenza. Il primo ha risolto con un catamarano a vela che lo condurrà fino agli scogli del lago ghiacciato sul quale ha deciso di infrangere il mezzo alternativo, il secondo si accontenta ampiamente di praticare l'arte del bō e ha deciso di posare come controfigura soltanto per sostenere la sua palestra locale, declinando ogni possibile invito alla Parigi-Dakkar, perché il deserto lo vive già dentro, il terzo è probabilmente così dedito allo studio del pianoforte che non avrebbe alcun senso per lui uscire dal ricco centro storico bavarese nel quale perpetua l'immortale classicità della musica da camera, salvo raggiungere di tanto in tanto una trattoria poco distante. Tamarro come non mai il pigmento rosso additato fin da bambini come miglior vernice per l'auto sportiva si dipinge con dinamica inutilità sulla carrozzeria del SUV, dando modo al proprietario di distinguersi torreggiando in coda lungo una tangenziale piovosa, togliendo di bocca bestemmie alle persone a cui ruberà pericolosamente il parcheggio credendosi sul set del film d'azione da quattro soldi che ha noleggiato la sera prima e tediando amici e parenti con un'inutile elenco di optional tecnologici del portentoso mezzo. Come un bullo che ha tutto da dimostrare, questo spot percussivo trasmette una fredda ansia da prestazione invece di evocare passione, diventando forse perfettamente adatto a chi sta soltanto attendendo che il proprio tatuaggio recante un ideogramma giapponese di cui ignora il significato guarisca per tornare al suo sport estremo preferito, ma evocando profonda noia in chiunque non muoia dal desiderio di accelerare l'estinzione del genere umano lanciandosi in uno stucchevole onanismo eroistico para-sportivo fine a se stesso.

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