20/03/09

Brave New World

Da una multinazionale che nei colori del proprio logo annovera l'azzurro del cielo e l'oro delle colline della California non potevamo aspettarci se non un opulente spot lungo un minuto che incarna al massimo grado la filosofia del pensiero occidentale: progresso lineare, epica dell'individuo, estetica massimale, rapporto di sudditanza dell'ambiente all'uomo, e infine riconoscimento rockettaro nelle istituzioni. È impossibile non provare simpatia per il self-made-man, che parte non completamente nudo ma munito di calzini, quindi non completamente appartenente alla natura, ma in qualche modo recante le tracce della civiltà dalla quale si è staccato, o è stato esiliato, o della quale è riuscito a possedere soltanto orpelli marginali che rendono la sua incompletezza ancora più imbarazzante. Un uomo che forse è stato appena abbandonato sul posto dopo un affare sporco, e che comunque privo di un passato o di una direttiva non ha nulla se non la bussola di VISA a dargli una sicura direzione, non un pensiero strutturato o un retroterra, ma la semplice spinta alla sopravvivenza. Non è difficile demoralizzare l'intera vicenda volgendola al contrario, come è buona pratica fare per ogni testimonianza pubblicitaria che visioniamo: nulla si compra, tutto si conquista, tu sei un potenziale cliente ma hai ancora un ostacolo da superare, cioè la giustificazione alle tue azioni, qualcosa che non si trova scritto se non nella fede dell'individualismo. Il fango e le intemperie che si riversano sul protagonista non lo rendono meno protagonista neanche per un secondo, anzi, caricano sempre di più il messaggio, perché è questo che ci si aspetta dall'individuo, ed è questo che viene offerto all'individuo, un vasto territorio di conquista incontaminato, un mondo in potenza a disposizione di chi sa tenere il passo ed aver chiaro l'obiettivo, la dimensione di una vittoria del singolo che vede il materialismo soltanto come un effetto collaterale, assieme alla tecnologia, il rapporto con l'ambiente, e il rapporto con gli altri (l'acquisto di un mezzo di trasporto grottescamente insufficiente, la convivenza con bassotti maniacalmente simili tra loro probabilmente grazie ad un casting accurato, lo sguardo assertivo che in una rapida inquadratura gela gli amici dello sposo in attesa al primo banco della chiesa). Tralasciando i vari meccanismi offerti da VISA per intraprendere un'attività economica (non solo carte di credito, ma anche carte a debito e prepagate) non si può non collocare un tipo di messaggio del genere in questo momento storico in cui i capisaldi dell'economia capitalistica sono seriamente messi in dubbio. Con un po' di impegno si può leggere in questa micronarrazione della storia del progresso dell'umanità una sorta di reset delle aspettative, una riconciliazione con l'idea calvinista che l'istinto primevo che spinge gli individui ad agire per il proprio successo è né più né meno la stessa spinta che spinge un'intera società al successo. Individuale è il target del messaggio, al punto che chiunque si sente chiamato in causa dalla vicenda, ma può perlomeno slegarsi dal sentimentalismo egoico rappresentato sforzandosi di immaginare un'intera umanità nuda fatta da individui che corrono ciecamente nella stessa direzione per coronare non il proprio sogno ma l'interesse di poteri che fanno sembrare la crudeltà dei regimi totalitari una barzelletta, dato che pretendono di essere l'unico vero contenitore sovranazionale della storia, non attori in campo ma il campo da gioco stesso, non una merce che è possibile acquistare o un servizio utile a sfangarla nelle difficoltà, ma il ritmo sotterraneo del mondo che rende ciascuna esistenza la materia prima dello scambio commerciale, senza possibilità di fuga, difesa o alternativa. L'incubo non è ritrovarsi nudi alla mercé degli eventi al centro di un lago ghiacciato, l'incubo è che nemmeno lì sia possibile dimenticarsi della civiltà (secondo l'opinabile punto di vista espresso dal concept), il terrore è che non sia possibile sfuggire i meccanismi delle istituzioni, che l'inventiva e l'immaginazione del singolo siano soltanto connotazioni particolari di una gigantesca cospirazione che porta la maschera delle religioni, del nocciòlo esoterico delle classi dirigenti, della spettacolarizzazione dei lati più naturali dell'uomo (la libido, il sesso, la violenza) per crearne un'estetica ed un impossibile distacco razionale, l'affermazione suadente che senza denaro l'uomo è nulla, e quindi il denaro è tutto. Una civiltà che ha come unica meta il mantenimento dello status quo è una civiltà suicida.

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