06/08/09

Pax tibi Marce

Se pensate che una caramella sia una minuzia da prendere sottogamba, vi dovete ricredere. Per essere sicuri che nessuno voglia identificarsi con il protagonista dello spot, questi viene trattato secondo lo schema collaudato dello scemo del villaggio: un'acconciatura desueta, uno stravagante abbigliamento hippie-postatomico, una mezza età foriera di pinguedine addominale, oltre all'effetto grottesco del cut&paste video che conferisce movenze frenetiche, spingono "Marco" ad anni luce dal modello di ciò che vorremmo essere o avere. Ma mentre i modelli negativi vengono di solito proposti per SCONSIGLIARE un atteggiamento, veicolando il consenso verso l'alternativa costituita dal prodotto, Golia si fa beffe del consumatore rappresentandolo direttamente in questo in modo distorto, rendendo l'insensatezza protagonista. La voce fuori campo ha un tono psicotico che non trasmette alcuna fiducia, ma al contrario un ulteriore senso di devianza dal canone degli spot in cui lo speaker è assorbito nell'adempiere al suo ruolo istituzionale. Il tratto paesaggistico aggiunge un ulteriore elemento di dissonanza. I prodotti associabili ai generi di conforto (dolci, cioccolatini, chewing-gum) sono usi ad emergere con pose plastiche da paesaggi costituiti dai loro ingredienti: siamo assuefatti all'immagine di barrette che emergono come capodogli da mari di cioccolato, o maccheroni che in volo vengono centrati da chiazze di sugo mentre il tutto viene ripreso da una cinepresa ad alta velocità, mezzo tecnico solitamente tributato ai movimenti di predatori velocissimi nel corso di documentari naturalistici. Il consumatore di Golia si ritrova sversati questi ingredienti direttamente sul vialetto tra erba e insetti, in forma decisamente poco appetibile, e a fare le spese della freschezza dello xilitolo è addirittura il vicino, surgelato da un vento polare e costretto ad assistere alla bizzarra metamorfosi del fidato animale domestico secondo ancestrali dettami evoluzionistici. Resta quindi l'impressione generale di un anti-spot che vuole parlarci dell'advertising: i modelli pubblicitari rassicuranti sono la vera demenzialità che in questo caso viene deliberatamente esasperata, per una volontà di critica. Il prodotto, il consumatore, le caratterizzazioni, le indicazioni dello speaker, sono gli elementi tradizionali presenti ma pervertiti al fine di creare distacco. Il vicino che tenta di potare imperterrito un giardino reso ormai fossile dal gelo industriale, purtroppo, tutto questo non è in grado di capirlo. A lui il ruolo del consumatore in cerca di punti di riferimento, a lui la malinconia dell'estinzione causata dall'ancoramento sacrale a valori del tutto relativistici. A Marco il Premio Acqua Fresca, per gli spot meno lesivi della dignità umana.

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