Servito su una padella d'argento ecco a voi il gusto del macabro. Al contrario di molti spot che propongono dei modelli positivi facendoci sentire inadatti, in questo la realtà viene rappresentata nei suoi lati grotteschi per darci fastidio e proporci la panacea contenuta in una bottiglia a forma di donna (se la guardate bene). Almeno in questo la pubblicità in analisi è un passo avanti rispetto a molte altre. Il jingle che un tempo spingeva il marito casalingo all'ottimismo e ad autocandidarsi come lavastoviglie umana ormai è solo strumentale, il testo se lo ricorderanno solo quelli che hanno qualche anno sul groppone, e non lo ripropongo per non dare manforte ai venditori di inquinamento. La Nelsen la fa sporca, fuor di metafora, un po' come un gangster che cerca di persuadere prima con una mazzetta di soldi, ma visto fallire il suo tentativo punta direttamente la pistola. Io vorrei che tutti gli spot fossero così. Immaginate le conseguenze stilistiche sugli spot che riguardano i dentifrici antitartaro, le assicurazioni sulla vita e i pannolini usa e getta. Accorpati questi temi in un unico filmato avremmo davanti agli occhi una madre sdentata morta per elettrocuzione mentre cercava di cambiare una lampadina e il bambino trascurato da giorni che si prodiga in giochi coprofili. A quel punto noteremmo che qualcosa non va, venderemmo il televisore e ci iscriveremmo a un torneo di bocce.
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