Le disgrazie non accadono soltanto dentro al video, negli episodi di cronaca nera riportati da giornalisti muniti di faccia di circostanza, in edizioni della sera che cozzano contro l'appetito che precede i pasti. Accadono anche fuori dal teleschermo, e in ambito pubblicitario si devono probabilmente a imprenditori che decidono di scendere in campo muniti di principi di comunicazione tanto naif quanto pretenziosi. La peggior conseguenza di un'anglofonia pedissequa si è materializzata e tutti gli spettatori con figli morti trasaliranno sulla poltrona ad ogni apparizione di questo spot ripensando a tragedie inenarrabili e voltandosi per vedere se per caso l'ectoplasma dei loro bambini prematuramente scomparsi, per una malattia fulminante o un investimento stradale, circola per casa come il pittoresco fantasmino Casper. L'immaginazione mi spinge allo scenario surreale del primo brainstorming in cui all'idea di mettere degli spettri agghiaccianti a presentare il prodotto, invece di qualche sana modella scalza che lo accarezza, qualcuno deve aver sollevato un qualche minimo dubbio circa l'opportunità della scelta, spingendo il padrone della baracca in prima persona alla genialata: beh rendiamoli bambini, così saranno più simpatici. Perplessi grafici pubblicitari hanno ricercato motivi d'ispirazione, tentati dall'alternativa di un torchio che modella terracotta come nel film omonimo, pur di scongiurare la prima dissacrante ipotesi, in un moto di moralismo di ritorno, o perché magari il sysadmin ha un fratello minore emofiliaco che forse non arriverà a Natale e usare fanciulli morti per reclamizzare un fottuto televisore al plasma non porta di certo ad avere ottimi argomenti di conversazione in pausa caffè. Così non è stato, e data la scomparsa del Limbo dalla teologia cattolica ufficiale, decisione arbitraria operata in un territorio non meno fantasioso di quello pubblicitario, alcune anime innocenti hanno avuto modo di apparire sui nostri teleschermi dopo un accurato casting durante il quale i non selezionati venivano ricacciati indietro da esorcismi improvvisati, con orecchie sorde alle insostenibili lamentazioni di ciascuno spirito circa il suo ingiusto trapasso, arricchite con particolari macabri che rimarranno impressi a fuoco nella memoria del cameraman per il resto della sua vita. A questo punto come potrei evitare di augurarvi che se aspirate a comparire in televisione dovete morire tutti?
28/11/08
Lavoro minorile post-mortem
Pubblicato da
tvsintegro
alle
12:44
Etichette:
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