14/01/09

Magnate a sbafo

Se Giorgio Panariello fosse stato davvero in grado di creare un personaggio macchiettistico capace di far sorridere contemporaneamente un numero di comparse così vasto raccolto in un'area così esigua, forse anch'io troverei Vanessa Incontrada affascinante e le perdonerei di aver complicato la vita ai singoli fili d'erba del florido prato antistante la villa secolare provocando il calpestio di un branco di giovani benvestiti immotivatamente esultanti. Laddove il limite tra parodia e salamelecco riverente biancheggia in una parruca che contribuisce all'identificazione del buffone con il ben noto magnate billionario italiano, il tentativo di esorcizzare il concetto stesso di ricchezza e potere, edificante aspirazione di ogni autore di satira determinato nella sua aspirazione a toccare temi controversi mettendone in luce veri aspetti scabrosi, si scontra con lo stesso presupposto commerciale legato alla partecipazione ad un contenitore pubblicitario, e riesce soltanto a creare un vero senso di disagio in chi, pur potendo sorridere rapidamente del target pubblicitario esibito, si presuppone veramente interessato a risparmiare ogni singolo centesimo possibile, e contrariamente alle speranze degli autori di questo spot, si ritroverà come me a confrontare l'apparente artificiosità dell'opulenza che ricopre d'oro e pellicce il set del party esclusivo con la colpevole omissione di un concetto molto semplice e quotidianamente nascostogli dalla martellante campagna di marketing delle compagnie telefoniche italiane: pagare per comunicare, al giorno d'oggi, significa foraggiare la finanza creativa. Non esistono più offerte che possano essere scevre dalla contraddizione che qualsiasi utente internet intuisce già: le compagnie telefoniche sono una sovrastruttura finanziaria, una elite percepisce degli introiti per un servizio tecnologicamente obsoleto che avrà mano libera soltanto per un lasso di tempo limitato, dato l'avvento della rete e di Skype. I feudatari italiani del 2008 davvero non conoscono il valore di una banconota, e davvero banchettano all'interno di mura impenetrabili come ne La maschere della Morte Rossa di edgar allan poe, iddio lo abbia in gloria, mentre all'esterno impazza la crisi finanziaria. Un sospiro di sollievo attende chi conosce o chi vorrà leggere questo racconto e gustarne i particolari macabri descritti con risaputa competenza stilistica dal ben noto scrittore americano, e se penna alla mano vorrà sostituire ai nomi dei protagonisti quelli di alcuni famosi testimonial, non sarò responsabile del suo gesto.

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