17/03/09

Piccoli plus crescono

Se qualche tempo fa era possibile architettare un intero spot sul Park Assist dato l'effetto novità, vedi Volkswagen Touran del 2007, filmato in cui il passeggero invece di reggere il volante durante la manovra muoveva le braccia sulle note della sigla di Supercar, è ora necessario aggiungere ingredienti ad una trama narrativa per dare senso a questa tecnologia. E come tutti gli spot più odiosi, quello di Mercedes si appoggia su un grande luogo comune, in questo caso quello della difficoltà delle donne per il parcheggio in retro. Pare proprio che senza questi punti di riferimento immaginari, i topoi delle barzellette, dell'oroscopo e dei talk show, la nostra società andrebbe in pezzi, incapace di concettualizzazioni migliori da sottoporre al grande pubblico. La bella passeggera, infastidita dalla difficoltà della manovra, sopperisce alle doti psicomotorie, prerogativa del pubblico maschile, affinando il proprio lato marketing. Con perfetta coordinazione riesce a ritoccare il maquillage esattamente nei pochi secondi necessari a parcheggiare, trasformando se stessa, con il rosso dell'abito e del rossetto, nella ciliegina apposta sull'ipercalorica torta del positivismo. Il messaggio passa impunemente così com'è, senza alcuna rilettura ironica, dando la sensazione di una battuta mancata, e riuscendo efficacemente a far girare balle inesistenti a donne costrette ad utilizzare pure questo discriminante modo di dire da una società maschilista. L'inossidabile triade mamma-angelo-puttana attribuita alla figura femminile trasmigra da una semplificazione mediatica all'altra con semplici particolari, in questo caso, a mio avviso, nel sorriso compiaciuto della protagonista, la soddisfazione rilassata di chi ha avuto la vita semplificata, dal Park Assist, da una lingerie destinata a far crollare le resistenze del partner, dai fiocchi d'avena ipocalorici, dalle pillole anticoncezionali, dalla mastoplastica addittiva, da tutto il mostruoso intorno industrializzato che orbita attorno al centro di gravità della spinta procreativa riveduta e corretta dall'apporto del progresso tecnologico in perenne evoluzione. Ben lungi dal dire qualcosa di utile o intelligente per liberare la figura della donna da un protagonismo degenere che è una prigionia alienante, piove sangue sul bagnato, mentre la violenza sotterranea causata da una società divisa e mal consigliata dall'erotizzazione dei prodotti alimenta un'eterna spirale di violenza nei confronti delle donne, oggetto di attenzione più o meno edificante, ma sempre e comunque ritenute oggetto.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Analisi perfetta.Quoto!
In più non si capisce il movimento decisamente esagerato ed innaturale del braccio per premere il pulsante di chiusura dell'auto (per la serie:guardatemi tutti,sono qui).
Forse nemmeno la settimana enigmistica nelle sue barzellette utilizza più lo stereotipo della donna impedita nella guida\parcheggio!


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