Dalle tenebre degli anni '60 il titolo di una canzone torna a gridare vendetta nella mente di pubblicitari dotati di setacci a maglia larga in grado trattenere soltanto le idee più grossolane, e fatalmente determinati ad associare tra loro cose dal nome simile per facilitare gli stentati processi mentali del telespettatore. Fa un po' malinconia spiare un attempato Little Tony riascoltare sé stesso in un vinile che non riporta nemmeno la versione del brano originale, targata 1961, nella quale, da urlatore patentato qual era, faceva sfoggio di un'estensione vocale giovanile che sarebbe risultata troppo stridente con il look attuale. E così, mentre agli albori dell'arte della registrazione sonora la voce di Chuck Berry veniva ringiovanita rallentando, in registrazione, il tempo di scorrimento del nastro analogico, qui è la canzone che è stata abbassata per far sembrare il sessantottenne Antonio Ciacci (in arte Little Tony) un po' meno vecchio. I palm mute di basso elettrico mimano l'ossessivo battito cardiaco di un cuore in preda all'inquietudine mentre il testimonial, prestandosi al gioco allo sfascio salutista ai danni del rock'n'roll, chiude definitivamente un'epoca di giovinezza, magari anche solo ideale, raccomandando di inghiottire quotidianamente il prodotto per evitare che quegli spinosi bozzi appuntiti giallastri simulati al computer, rappresentanti il colesterolo, si accumulino nelle nostre arterie. A sottolineare le conseguenze negative di una nostra disattenzione salta la puntina, come nel migliore film horror, efficace metafora discografica del trapasso. Si potrebbe pensare che, aldilà della lesa integrità artistica, il testimonial, una volta terminate le riprese dello spot, potrà tornare alla propria vita di tutti i giorni, concedendosi magari qualche profiterol di troppo e terminando il pasto con una sigaretta fumata avidamente, lontano dagli occhi delle telecamere e dal cuore dei consumatori, sempre più indottrinati a far entrare nella loro dieta alimenti-farmaci che compensino pranzi a base di fette d'arrosto con panna montata, piuttosto che a cercare di non ammazzarsi di cibo facendo quindi anche a meno degli intrugli dello sciamano. Possiamo tuttavia essere certi che, nella strategia di marketing di Danone, a Little Tony è assolutamente proibita la morte per problemi cardiaci. Come potrebbe accadere in una puntata dell'inquietante Death Note, all'uomo dal tirabaci immortale è consentita un'esistenza che porti a qualsiasi tipo di decesso escluso l'infarto, a costo di procurarlo direttamente tramite sicari prezzolati abili nell'allentamento dei freni delle autovetture, esperti nell'uso degli esplosivi e dotati di cerbottane con proiettili al curaro. È d'altronde magia la durata del successo di una moda, di una canzone, di un personaggio, e quella magia si chiama pubblico. A voi decidere se far parte di quello di un mito ormai sfumato nelle nebbie dell'advertising o a quello di un glorioso funerale causato per via indiretta da un calo delle vendite del prodotto reclamizzato.
02/03/09
Degna sepoltura
Pubblicato da
tvsintegro
alle
22:40
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