28/11/09

Per un pulito che uccide

Sul remake del pezzo “Fever” di Sarah Vaughan, lo spot della DeLonghi delinea uno spaccato casalingo distopico, e in quanto tale, perverso. Potremmo catalogarlo assieme a tutti gli altri spot in cui la piacevolezza del vivere in un'abitazione pulita e ordinata si tramuta nell'ossessione per la pulizia: quella delle case iperigienizzate, delle case-ospedali, i non luoghi dei nostri peggiori incubi.
In un ambiente dove pareti eccessivamente bianche e riflettenti appiattiscono qualsiasi calore umano, e i soggetti animati hanno valenza di componenti d'arredo, non c'è da sorprendersi se gli unici indizi di vita vissuta siano i resti delle patatine disseminati sul pavimento.
Ma ad inorridire lo spettatore con un minimo di sensibilità è l'essere biomeccanico dalle sembianze femminili che sia aggira per casa con fare minaccioso, imbracciando, a mo' di bazooka, una scopa elettrica, la sua naturale estensione fisica. Siamo di fronte a un terminator in gonna, camicia e gilet: rappresenta il trinomio madre-moglie-bella donna in carriera.
Se lavatrice, lavastoviglie, aspirapolvere, hanno permesso alla donna contemporanea l'affrancamento dai più faticosi e lunghi lavori domestici, l'utilizzo della Colombina DeLonghi sembra riassumere in sé la dicotomia potere-dovere. Infatti per quanto la casalinga bionica eserciti un potere su marito e pargoli, i quali si devono ancorare al divano mediante cinghie di sicurezza pur di non essere aspirati a causa della potenza della scopa elettrica, la stessa casalinga risulta obbligata (quasi per una insana necessità) ad esercitare i suoi doveri di “donna delle pulizie” ogni qual volta delle briciole cadono a terra, cosa verosimilmente molto frequente quando si hanno bambini molto piccoli in famiglia.
Ma a noi piace pensare che tutto ciò non possa essere vero, e che soprattutto non debba esserlo. Ci piace pensare che all'improvviso la scopa elettrica si attivi automaticamente attraverso il lampeggio blu del suo occhio polifemico e aspiri in un turbinio igienizzante l'ectoplasmica famiglia, colta impreparata al terribile evento, come avverrebbe in una rivisitazione del film degli Acchiappafantasmi. A questo punto non resta che augurarci comunemente che il sacchetto perfettamente sigillato vada a finire, perché tutto è riciclabile, nella compostiera a formare dell'ottimo humus per i nostri giardini. I fiori ringrazieranno.
Sullo sfondo di un futuro utopico nel quale verranno smantellati gli armamenti nucleari resta fermo il caposaldo che comunque, in ogni caso, i conflitti ci sono e ci saranno sempre, male o bene che vada cambieranno le regole di ingaggio e gli strumenti di offesa e di difesa. Siamo sicuri che se la terza guerra mondiale, (in assenza delle attuali armi di sterminio) si combatterà con la Colombina DeLonghi, la quarta si farà all'arma bianca, con scope robuste e palette in legno, con buona pace per chi non sarà munito di tali prodigi tecnologici.

1 commento:

tvsintegro ha detto...

Grazie Gioymar, nel deserto tecnologico la tua voce risuona in lontananza come un colpo di tamburo nella brughiera: ma allora ci sono altri sopravvissuti, riusciremo a riorganizzare una rete di comunicazione, accatastare vettovaglie, fronteggiare inverni nucleari e ipnopedia. \../_


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