21/04/10

Scato-logica


EDIT: mala tempora currunt, sto escogitando qualcosa per il video, portate pazienza.

Impossibile non citare la dichiarazione di Vladimir Putin a ridosso della strage di Beslan del 2004: "Inseguiremo i terroristi fin dentro il gabinetto"; ecco realizzata quest'incredibile ed enfatica profezia, seppur rivolta a obiettivi diversi e solo apparentemente più meritevoli di questa sorte, anzi, inevitabilmente implicati in quanti veri e proprio terroristi batteriologici della nostra seduta. La grafica tridimensionale sdrammatizzante ci introduce nel sanitario e nei panni sporchi della coscienza imprecisa degli sceneggiatori: mentre un tempo il batterio viveva di dignità scientifica, godendo di una rappresentazione stilizzata che lo vedeva puntino in movimento o grafismo pluricellulare, ora è diventato un raccapricciante umanoide installato in vere e proprie abitazioni, come lo speaker istituzionale non manca di sottolineare, con una certa apprensione, su un overdub dissonante. Quale sia la colpa di questi esseri viventi non ci è dato sapere. Emanano un cattivo odore? Rischiano di trasmetterci malattie incurabili? O forse, semplicemente, hanno la colpa di esistere? Probabilmente il soggetto, già di per sé compresso nell'infantilismo più deteriore, non permetteva questo ulteriore approfondimento. Sarebbe scorretto definirli parassiti, quei piccoli Shrek tetradattili, dato che sembrano farsi efficacemente i fatti propri nascosti agli occhi di tutti, forse per assurgere, in un futuro remoto, a un piano di esistenza migliore consacrato dall'evoluzione o dal ciclo delle reincarnazioni regolate dal Karma. L'arrivo del nuovo è a becco ricurvo e abbattendo il campo batterico produce un suono scricchiolante che dà una certa soddisfazione: scalzato dal proprio artefatto arredativo costituito di calcare, il batterio traduce l'efficacia acida del liquido igienizzante in movenze ed espressioni facciali terrorizzate, oltre che con sommessi mugolii d'orrore. Brutti, sporchi e cattivi, gli intrusi si producono in una diaspora disperata trasportando con loro all'inferno un corredo di oggettistica inquietantemente umanoide, nel quale spicca il tipico fagotto da viandante, contenente, forse, una provvista di materiale proveniente dalle nostre viscere salvaguardato a costo della vita per finalità comprensibili solo al profugo immaginario. È innegabile che simili crimini grafici nei confronti dell'antropomorfia siano stati già prodotti in passato per animaletti addirittura più complessi dei batteri, come nel caso dei prodotti destinati a scacciare o ad uccidere insetti infestanti. È altresì innegabile che questo spot calvalchi l'onda di esaltazione sicuritaria e territoriale della nostra opinione pubblica, con la proiezione grottesca di fobie in auge sulla parete bianca di un cacatoio associabile alla qualità dell'inconscio della fetta di ascoltatori appagati dalla visione di questo cartoon morboso. Antisatirico e violento, il riverberarsi di disperati appelli alla propria identità si vede costretto alle uniche applicazioni possibili nel mondo della pubblicistica, il far piazza pulita, l'identificazione dei mali nelle persone piuttosto che nei fenomeni, la cecità degli abbienti mai paghi del loro benessere ed incapaci di migliorare la qualità dei propri malesseri, costretti per inanità a rinfocolare le angosce primordiali per tutto ciò che è diverso con un compiacimento sadico destinato ad essere condannato dall'economia, se non dalla Storia o dai basilari sentimenti della carità cristiana propagandati dalla nostra ipocrita religione di Stato.

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