23/11/08

Casanova Cyberpunk

Si comincia già maluccio con il logoratissimo luogo comune dell'abbordaggio al supermercato, i due protagonisti si studiano e si lanciano occhiate improbabili mentre al loro look da fotomodelli disoccupati si contrappone la quotidianità degli oggetti che vanno a pescare sugli scaffali. Ancora una volta la presupposta predatorietà del maschio fa da traino alla suggestione del mezzo tecnologico come miglioramento delle performance in ogni aspetto della vita quotidiana, anche in quello apparentemente più slegato dal materialismo, dove contano movenze feline e una debita colonna sonora da spogliarello di quart'ordine. La mancata conquista della femmina in estro fa regredire alfabeticamente il maschio a beta, l'imbarazzo che fin troppo palesemente gli si dipinge in volto è la soddisfazione di chi ha messo assieme lo storyboard di questo spot accompagnandolo con movimenti pelvici e l'intima convinzione che con sangue, sesso e sport non si sbaglia mai. E al maschio in sovrabbondanza di testosterone poco importa se, arrivato ad esaurire i contanti sia nel portafoglio che nel suo conto, l'invitante carta di credito lo spingerà ad indebitarsi andando sottozero e facendo maturare interessi all'istituto bancario di pertinenza. La dignità dell'individuo si gioca sul filo di lana e la pressione della corpocracy bancaria si spinge agli istinti primari favorendo la riproduzione sessuale anche nei più grigi supermercati alla periferia del pensiero. Il mito dell'approccio come momento risolutivo di una solitudine accuratamente pianificata dalla telematica è destinato a lasciare molti cuori infranti e a presentare l'amaro conto con lo stesso sguardo delle cassiere affaticate che occhieggiano con aria di rimprovero in questo spot desaturato.

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