Sarà un incontenibile fremito erotico che il direttore della fotografia deve aver perseguito fino allo sfinimento per insoddisfazione. Sarà quel carico di malizia micidiale che fa uso di volti innocenti per poi rivelarsi soltanto mezzuccio civettuolo che vorrebbe un'assoluzione nel colpo di scena finale, improbabile sterzata poetica dopo un prologo fin troppo masturbatorio. Sarà che il jeans associato a indumento cardine di uno stile di vita, smagnetizzatisi i nostri Vhs sui quali avevamo entusiasticamente videoregistrato Top Gun e Arma Letale, è uno stilema ormai sovraesposto e fottuto dalla storia. Sarà che ogni volta che in uno spot l'allusione sessuale è meno che geniale mi sento un fuco attirato da un diabolico apicoltore che ha sintetizzato un feromone sintetico per i suoi loschi fini produttivi. Sarà che col cavolo che due adolescenti arrapati parlerebbero mai di fiducia con la stessa nonchalance di due consumati attori incatenati dalle righe piccole di un contratto ad una soap opera lunga come un incubo. Sarà per questi o per altri motivi, ma ai due giovani amanti auguro che dai loro jeans afflosciati sul pontile cadano le chiavi del motorino verso l'oscuro fondo del mare, e che un rombo appiattito sulla sabbia le ingoi in un sol boccone scambiandole per un'appetitosa preda dai riflessi argentini. Tuffo ribelle o iniziazione sessuale che dir si voglia, il bel giovane si ritroverebbe presto snervato dallo sforzo da palombaro nel cercare di recuperare il maltolto alla creatura che, incapace di guardare il fondale per il fatto che il padreterno ha deciso di torcergli entrambi i bulbi oculari verso l'azimuth, era stata obbligata ad assistere a tutta la pantomima corteggiatoria, salvo appropriarsi dell'importante accessorio e decidere di morire nel tentativo di digerirlo piuttosto che darlo indietro ai legittimi proprietari. La fiducia è un valore importante, e se la protagonista, che ha tutta l'aria di non aver saputo di certo resistere a pubblicare le sue foto in vacanza da ubriaca su facebook pensando che fosse una vera figata condividere quel momento sbarazzino, la affida al suo dolce compagno destinato a sputare acqua salata, io la affiderei con la massima convinzione al nobile pesce geometrico, che se avesse anche solo un briciolo di quello che ho io in mente accetterebbe ben volentieri il trapasso per far dispetto ai belli ma poveri improvvisamente catapultati verso la realtà dagli eventi, alle prese con l'impossibilità di spingere il motorino per l'innesco del bloccasterzo e costretti dalle successive punizioni dei genitori a non incontrarsi per un lasso di tempo sufficiente a mandare a carte quarantotto la loro relazione di celluloide.
16/01/09
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